Spazio alla PA - The Truman show - smart working per obiettivi o prestazione virtuale?

La ricostruzione della catena di senso

Nel 2016 la Regione Friuli Venezia Giulia, sotto la guida dell’allora Direttore Generale Roberto Finardi, ha attivato un percorso estremamente interessante ed innovativo sotto il profilo della ricostruzione della catena di senso, facendo leva sul concetto di Valore Pubblico.

La Giunta regionale, come si può vedere nella figura a fianco, si era dotata di un Piano strategico costruito su un’analisi attenta dei bisogni della collettività e strutturato in 6 priorità strategiche, che si articolavano in 31 obiettivi strategici a loro volta suddivisi in 331 azioni strategiche, articolate poi in oltre 1500 obiettivi operativi.



La Regione aveva individuato degli indicatori di misurazione a livello delle priorità strategiche e degli obiettivi operativi, ma mancavano gli indicatori relativi agli obiettivi e alle azioni strategiche. Il Direttore Generale Roberto Finardi comprese che questo gap di misurazione si traduceva in un gap di generazione di senso. Per questo motivo, decise di identificare indicatori che misurassero il Valore Pubblico generato utilizzando una metodologia validata dallo stesso Mark Moore, fondatore della teoria sul Valore Pubblico.

Ad esempio, la priorità strategica 1. Crisis management aveva fra gli obiettivi strategici il sostegno all’impresa e fra le azioni strategiche il sostegno di progetti di reti. Fra gli obiettivi operativi, si ritrovava quindi l’approvazione della graduatoria del bando di finanziamento delle nuove reti. Per misurare l’efficacia dell’azione amministrativa e il Valore Pubblico generato, si identificarono per le azioni strategiche indicatori quali il numero di nuove reti nate, il benessere finanziario di tali reti (es. ROI e EBITDA), mentre a livello strategico si identificarono indicatori come il PIL complessivo derivante dall’industria o la vita media delle aziende.

In questo modo, la catena di senso era stata ricostruita e diventava possibile ricondurre ogni azione operativa agli effetti che ci si aspettava che generasse, cioè al suo senso.

Cosa valutare nello smart working

Il Consiglio regionale della Lombardia ha fatto un’operazione molto interessante rispetto alla definizione degli obiettivi nella gestione dell’emergenza e, prospetticamente, nella fase 2.

Il sistema di valutazione della performance del Consiglio regionale della Lombardia prevede già la valutazione dei comportamenti collaborativi e di innovazione, quindi su quel fronte non è stato necessario apportare nessuna modifica.

Su proposta del Segretario Generale Mauro Fasano, l’UDP ha approvato un documento strategico di gestione dell’emergenza che portano tutta l’organizzazione a concentrarsi sulle priorità, focalizzandosi su due ordini di obiettivi.

Un primo gruppo di obiettivi parte dalla considerazione che, per quanto progetti di smart working fossero avviati già da tempo e con successo, questi erano limitati ad una fascia ristretta di personale. Perciò, l’avvio massivo del lavoro agile su tutta la struttura doveva essere accompagnato da indicazioni chiare (da qui obiettivi che prevedono informazioni e supporto ai dipendenti in smart working) e strumentazione adeguata (con obiettivi relativi alla dotazione di strumentazione informatica e di software adatti).

Il secondo gruppo di obiettivi parte proprio dal ripensamento del senso, del ruolo del Consiglio regionale della Lombardia nei confronti del territorio: quali sono i servizi indifferibili e come organizzarsi in modo da non lasciare gli interlocutori senza risposta?

E ancora, nel documento troviamo obiettivi relativi non solo alla fruibilità in via telematica dei servizi, ma anche alla loro effettiva fruizione a distanza.

Una formulazione degli obiettivi che rende chiaro che il senso della digitalizzazione non può essere semplicemente una “messa in regola” formale, ma deve rendere più semplice la vita delle persone che interagiscono con il Consiglio regionale della Lombardia.

In questo modo, il sistema di gestione della performance del Consiglio regionale della Lombardia sostiene i Dirigenti e i lavoratori nell’attivazione dello smart working e rende chiaro cosa ci si aspetta dai lavoratori sia in termini di azioni che del senso, degli effetti che queste azioni devono generare.


Chiara Pollina