Qualche curiosità - The truman show - smart working per obiettivi o prestazione virtuale?

Fra i primi studiosi del tema dell’assegnazione degli obiettivi troviamo Latham e Locke, che cercavano un modo di far sì che i boscaioli del Nord America riuscissero a caricare al meglio i tronchi tagliati sui camion diretti alla segheria.

La loro teoria sul goal setting (letteralmente “definizione degli obiettivi”) è frutto di moltissime osservazioni e prove reali che hanno permesso di fare alcune affermazioni che hanno influenzato tutti i sistemi di lavoro per obiettivi:

  1. il modo in cui definiamo gli obiettivi può migliorare i risultati che otteniamo;
  2. perché questo avvenga, gli obiettivi devono essere chiari: se le persone non comprendono chiaramente cosa ci si aspetta da loro, lavoreranno meno bene. È interessante osservare che per essere chiaro, un obiettivo deve essere misurabile. Sembrerà strano, ma “fai del tuo meglio!” non rientra fra gli obiettivi considerabili come chiari;
  3. le persone lavorano meglio se gli obiettivi sono sfidanti: non troppo facili, perché non siano “presi sotto gamba”, ma non troppo difficili per evitare che le persone rinuncino prima di iniziare;
  4. per migliorare le prestazioni, è importante anche che gli obiettivi siano condivisi. A questo proposito, Latham e Locke evidenziano che non è necessario che siano costruiti in modo partecipativo, ma sono che le persone li condividano. In ambienti stabili e predittibili, sarà quindi sufficiente definire gli obiettivi e comunicarli in modo convincente. In ambienti più complessi, sarà invece opportuno coinvolgere i lavoratori nella definizione degli obiettivi

Chiara Pollina